“Quella della pensione è l’età d’oro. Ma anche l’ultima età. Il momento in cui si prende pienamente coscienza della propria fragilità, portatore al tempo stesso di vita attiva e di morte. Finiamola con la vecchia storia dell’“avvenire radioso della gioventù”, poiché, il più delle volte, la gioventù è incapace di proiettarsi nel futuro. Paradossalmente, è nel momento in cui il nostro futuro si restringe, si rattrappisce, che ne prendiamo pienamente coscienza. A ridosso del passato, si è più capaci di pensare al futuro, di progettare il futuro. Se i vecchi risultano capaci di immaginarlo, perché non possono contribuire a costruirlo?”
Bernard Ollivier è uno straordinario camminatore che si è scoperto tale dopo la pensione. Il cammino lo ha curato, spingendolo a fondare l’associazione Seuil (soglia) che si occupa del recupero dei giovani in difficoltà usando il trekking come terapia. Dopo aver letto tutti i suoi libri, ho avuto la grande gioia di conoscerlo e di intrattenermi con lui in un’appassionante conversazione, al Festival della Viandanza di Monteriggioni, di cui conservo un carissimo ricordo.